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domenica 7 dicembre 2008

LIQUIRIZIA



Appena sceso dall’aereo mi ritrovo avvolto nella stessa atmosfera e anche se tutto sembra uguale a come l’ho lasciato un anno e mezzo prima, alla CADECA, dove vado a cambiare i soldi, ricevo la prima sorpresa, un euro vale poco più di un peso. Prima di lasciare l’aereoporto Jose Marti mi devo incontrare con la novia di un amico per consegnarle un pacchetto, ma avendola vista solo in fotografia non riesco a distinguere il suo viso tra le tante facce colorate accalcate oltre la balaustra. Quindi non potendo aspettare ancora decido di rinviare la consegna a un altro momento, iniziando a pensare a come poter raggiungere Guanabo il prima possibile. Non devo aspettare molto in quanto un taxista regular prontamente mi si avvicina per farmi la sua offerta precisando che a Cuba è di passaggio Paloma, l’ennesimo ciclone di questo, meteorologicamente parlando, travagliato autunno tropicale e nelle località dove sono diretto sta lluviando da un pezzo. All’inizio stento a credergli in quanto a Boyeros il tempo è buono e penso che sia una scusa per spillarmi più di quaranta pesos, poiché cerca di convicermi che anche se di norma questo è il costo, con le strade bagnate diventa più pericoloso raggiungere le zone ad est de L’Avana e di conseguenza sarebbe giusto pretendere qualcosa in più, ma considerato che io sono arrivato con l’ultimo volo per non restare senza clienti si accontenta di farmi pagare il solito prezzo. Durante il trasferimento mi accorgo che la pioggia si fa sempre più fitta e mio malgrado devo dare ragione al taxista. Per fortuna il percorsoo non è tanto lungo e, scorgendo da lontano il grande Raoul sulla porta di casa capisco di essere arrivato. L’accoglienza è ottima, Maverick ha preparato degli squisiti spaghetti con la langosta, purtroppo però diversamente dalle altre volte devo rinunciare all’idea di festeggiare il ritorno alla mia maniera, perché la pioggia continua a cadere per tutta la notte. Quindi dopo aver sorseggiato, in compagnia di Alberto, un buon rum opto per il riposo. Il mattino seguente l’ acquisto di un ombrello, oggetto del quale in precedenza ai Caraibi non avevo mai sentito la necessità, mi da la possibilità di muovermi anche se a tratti continua a piovere. Normalmente Guanabo è un posto abbastanza tranquillo ma adesso a causa della pioggia le strade sono quasi deserte. Dallo scenario che ho sotto gli occhi posso dedurre di non avere molta scelta in quanto la situazione che mi si presenta non sembra favorire il contatto umano e di conseguenza abbordare una chica diventa un problema. Da questo punto di vista riscontro molte differenze con le province orientali dove sono stato qualche anno fa, infatti qui le fanciulle mi sorridevano e mi lanciavano segni inequivocabili. Però alla calma piatta nelle ore di luce, si contrappone la farandula che c’è tutte le notti. Le discoteche si riempiono di giovani, la maggioranza di sesso femminile, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta se molte non avessero denti d’oro e io quelle così le scanso, come cerco di evitare quelle che spudoratamente vogliono solo spillare soldi agli stranieri. Così mentre Alberto ritorna al campo dalla sua famiglia guaira, io, dopo aver atteso tanto, posso finalmente rivivere la noche cubana, contando su Raoul, il quale si offre di farmi da cicerone accompagnandomi in una discoteca chiamata L'Eldorado, in quanto a causa del maltempo quelle da lui solitamente frequentate, sono chiuse. Finiamo,così, in un posto infernale, pieno di gente tutta ammassata all'interno di un piccolo locale adibito a dancing. Il reggatone sparato a palla e un buio assoluto, ci costringono ad optare per il corridoio esterno meno rumoroso e più illuminato. Sicuramente non essendo abituato a locali del genere preferirei una situazione più tranquilla. Non essendoci sedie sono obbligato anche a restare in piedi e involontariamente mi vado a piazzare davanti a una ragazza, ma il mio amico osservandovi dall’alto della sua mole, subito mi riprende dicendomi Pedro stai dando le spalle alla senorita. Io accortomi della gaffe mi sposto su un lato e le chiedo scusa. Senza dare nell’occhio inizio a guardare la chica cercando di capire a quale categoria appartenga. Dal suo modo distaccato e dal suo abbigliamento: pantaloni neri che coprono un paio di stivaletti e camicetta dello stesso colore, mi rendo conto che non deve essere una jinetera. Così provo a rivolgerle qualche parola, lei mi dice di chiamarsi come una canzone di Roberto Carlos che piace molto a sua madre, ma in questa sede, per il motivo che scoprirete leggendo, non posso riferirne il nome. Mi mangio la foglia quando mi parla di un imminente viaggio in Italia, e mi viene spontaneo chiederle se tiene un novio, ma lei cerca di farmi credere che l’invito glielo sta facendo una cugina. Mi accompagna al bar e comincia a dimostrare un atteggiamento più amichevole nei miei confronti prendendomi il braccio nel tentativo di attirarmi verso la pista. Però quella calca non si addice al progetto che si sta delineando nella mia testa e le dico che sarebbe meglio andare fuori. In un angolo appartato ci sediamo a bere le nostre bibite. Scherzo sul fatto che quando arriverà in pieno inverno in Italia, a causa del suo color liquirizia, che contrasta con il bianco della neve, non passerà inosservata, ma lei pensando che la stia prendendo in giro mi ribatte que gracioso. La nostra conversazione va avanti finchè dura la musica, e ognuno di noi cerca di tirare fuori dal suo vocabolario striminzito qualche parola nella lingua che non gli appartiene per farsi capire, ma nel momento in cui spengono l’amplificatore sono costretto a trovare una conclusione perché la tipa mi va a genio. Purtroppo, però vedendo che non è una bandolera qualunque faccio fatica a dichiarare le mie intenzion. Per fortuna un’ amica rompe ogni indugio dicendole che se vuole può venire con me, mentre lei e gli altri con i quali è venuta faranno ritorno ad Alamar. Ci incamminiao verso casa e al volo fermo un carro con a bordo un paio ragazzi che mi chiedono se ho bisogno di un taxi. Entrati nella stanza , considerato che non ci sono sedie, ci accomodiamo sul letto. Sapendo come funzionano le cose a Cuba e considerato che lei ancora non mi ha detto niente penso di anticiparla esclamando che so come devo comportarmi e siccome lei mi piace, ho voglia di farci del sesso, in cambio, naturalmente, di un “regalito”. Non finisco neppure la frase che lei mi lancia un’occhiata severa dicendomi che non intende chiedermi niente perchè la sua famiglia sta bene. Mi fa anche partecipe di avere un fidanzato italiano di cui è innamorata. Quindi all’inizio non riesco a spiegarmi perché vuole stare con me, più tardi o qualche giorno dopo, non ricordo bene, mi dirà: quiero estar con tigo porque no tieni nada. Io le parlo delle mie esperienze, lei mi racconta la sua vita, tirando fuori i ricordi legati alle visite del suo pretendente e aggiungendo che per venire in Italia dovrà abbandonare gli studi e il suo lavoro di insegnate delle primarie. Non so se vuole lusingarmi, comunque mi fa piacere sentire che è la prima volta che tradisce il fidanzato e non la fa certo per denaro, ma in quanto sente il bisogno di stare vicino ad un uomo essendo passato tanto tempo dall’ultima volta che il suo ragazzo è stato a Cuba. Quindi si è spoglia, il suo fisico magro e agile dimostrano una certa cura verso il corpo, non a caso è studentessa di cultura fisica. Mi accorgo che ha un disegno su un fianco, e quando le chiedo cosa rappresenta mi risponde che l’idea di farsi tatuare il corpo non l’ha mai entusiasmata ma se l’è fatto per accontentare una zia; scoppio a ridere quando con parole sue cerca di raccontarmi l’episodio: tanto durò sta cantilena… (riferendosi all’insistenza della zia). Per farla sentire a suo agio, continuo a giocarci e comincio ad accarezzarla. Anche se, prefigurando l’amplesso, avverto un po’ d’ ansia perché non immagino la riuscita del coito. Pertanto mi impegno per non deluderla e affinché non rimpianga la decisione di tradire con me il novio. Per fortuna, nonostante un po’ di trepidazione iniziale, tutto fila liscio. Dopo aver fatto l’amore ci abbracciamo e dormiamo stretti come se fossimo amanti di lunga data. Mi sia concesso di esprimere un parere in quanto ritengo che queste sono le avventure che, almeno a me, lasciano il segno e non conta né la durata, né il numero dei rapporti che ciascuno può avere, perchè l’emozioni che ci danno queste situazioni non le scambierei con le cento scopate alla portata di tutti. Poi tralascio la descrizione dei momenti intimi in quanto finirei soltanto per essere volgare e non riuscirei a riferire le sensazioni che mi ha regalato questa ragazza e neppure quelle che io sono riuscito a dare a lei, sentendo il suo corpo vibrare sotto il mio. Il giorno dopo andiamo a pranzo al ristorante Santiago, ma lei si dimostra preoccupata per suo padre che la sta aspettando e al quale non ha detto che sarebbe rimasta fuori la notte, quindi desidera andare da lui promettendomi di tornare la sera stessa. Le vorrei regalare qualche pesos per il carro, ma si oppone con cortesia dicendomi: tengo dinero. Restiamo insieme una settimana, lei esce in tarda mattinata dicendo di andare da qualche suo parente o a scuola e torna alla solita ora per, come dice Alberto, curare i sogni di uno stanco bandolero. Io mi sto abituando alla sua compagnia, e l’ aspetto a casa, dopo essere andato in giro tutto il giorno con i miei amici. Prima di andare a dormire ceniamo fuori e quasi sempre finiamo la serata in discoteca, se c’è Raoul, ci facciamo un sacco di risate perché quando il dj Abelito passa la canzone del più famoso gruppo di reggatone che dice Tu sape chi è Gente de zona , lui muove la testa in segno di assenso dicendo sape, sape. Pedrita, come la chiama Gugumarino, è una ragazza scura come l’ ebano, ma con i lineamenti delicati rispetto a quelli di tante persone di colore, veste con stile, sebbene il suo guardaroba sia composto da abiti semplici e mai volgari, ed è anche una persona intelligente come ha dimostrato quella volta che ci ha fermato la patrulla, e lei non si è scomposta affatto. Dopo mi ha spiegato che un tempo era studentessa presso il dipartimento di criminologia e la sua carriera sarebbe dovuta essere in polizia se non avesse trovato ripugnante la vista dei cadaveri. In ogni modo gli agenti hanno creduto alla ragazza quando lei gli di ha detto di avere ancora buoni rapporti con gli alti gradi della polizia e l’hanno lasciata andare. Comincio a sentire dell’affetto per questa persona, e credo che anche lei inizi a provare qualcosa per me, ma sono consapevole che oltre alla distanza, siamo separati da una terza persona alla quale lei è legata sentimentalmente. Per questo cerco di riflettere e di non perdere la testa. Mi dispiace per il finale e se potessi sceglierei un altro epilogo, ma siccome le cose si sono svolte diversamente devo riportarle senza allontanarmi dalla realtà. Una mattina vuole che vada con lei a L’Havana, ma sono rimasto d’accordo con Alberto che ci sarei andato il giorno dopo con lui , soprattutto perché ancora non ho provato la sensazione che si prova viaggiando in aguagua, mentre il mio amico è abituato a muoversi con i mezzi pubblici. Quindi penso tra me e me che non avendo ricevuto una risposta da parte della ragazza che ho ospitato in Italia lo scorso anno e alla quale ho inviato un messaggio per farle una sorpresa e dirle che mi farebbe piacere rivederla, non ho nessun motivo per anticipare un giro nella capitale. Pertanto posso spendere il mio tempo a cazzeggiare, ma un detto antico dice che il destino qualche volta ci mette la coda, e questa è una di quelle. Infatti sul cellulare mi compare un sms nel quale la mia vecchia fiamma scrive che desidera vedermi. A questo punto mi invento una scusa dicendo alla negrita che sono costretto lo stesso ad andare a L’Habana per incontrarmi con un amico e purtroppo dovrò andarci da solo. Lei ci resta molto male e quindi sono costretto a dirle tutta la verità, d’altronde avendole già parlato dell’altra non penso di ferirla, ma ciò non fa che aggravare la situazione. In questo istante arriva Alberto, il quale vedendo che c’è in giro un po’ di agitazione pensa subito di togliere il disturbo, ma nella condizione nella quale mi trovo sento il bisogno del conforto di un amico e gli dico che è meglio se resta. Intanto la chica sta rimettendo le sue cose nella borsa e per prendere l’uscita. Niente può farle cambiare idea. Prima di allontanarsi, con le lacrime agli occhi, mi dice che ci rivedremo e anche a Maverick che si offre di accompagnarla fino alla strada principale dove prende un taxi per cubani, promette che alle due del giorno dopo starà davanti al Capitolio. Io nel pomeriggio vado in autobus a L’Avana per salutare Dania, e anche se prima di vederla pensavo che il nostro rapporto si fosse raffreddato, quando i nostri sguardi si incrociano sento che tra noi ci può essere ancora un po’ di intimità e la invito a venire con me a Guanabo. Dividerò con lei i pochi giorni che mi separano dalla fine delle vacanze. L’indomani torno a L’Avana e approfittando del fatto che posso restare da solo qualche ora mi siedo sulla scalinata del Capitolio, ma lei non viene. Forse non la rivedrò più, e mi è difficile cercarla non avendo l’ indirizzo e il numero del telefonino. Quando glielo ho chiesto ha sempre rimandato, forse per paura che una mia improvvisata potrebbe causarle problemi con il fidanzato. Chissà se un giorno avendo lei i miei recapiti, mi farà avere sue notizie.

Adios mi dulce amiga, te deseo lo mejor, cuidate siempre.
Pedro .
(XII,08 Pedro68)

5 commenti:

Elio ha detto...

Anche se questi racconti li avete già pubblicati altrove,è sempre un piacere rileggerli.
Avete una sensibilità che tanti frequentatori dell'Isla purtroppo non hanno.
Saluti al trio.

gugumarino ha detto...

ciao elio un piacere vedere che ci segui,se dovessi avere idee o consigli sono benvenuti! a presto

Elio ha detto...

ciao Gugumarino,è sempre difficile dare consigli,specialmente quando non si è molto ferrati in materia.
Esistono molti blog/forum su Cuba,con tagli diversi ed è difficile fare qualcosa di nuovo,o di particolare.
Voi state dando un "taglio" ben preciso e mi sono chiesto se non poteva essere una cartella del Barrio,dove ci sono le varie province,anche se Guanabo non lo è.
Strada facendo si capirà meglio cosa vi prefiggete.
Forse è solo un modo per sentirsi vicini a quei luoghi e,solo questo potrebbe bastare,almeno per me.

pumario ha detto...

La storia è bella e lacrimosa ma, trovo che sapere quanto potrebbe ferire un italiano "cornuto" se scoprisse il tradimento, mi fa star male. Se avresti omesso di far sapere che la bella "negretta" teneva un fidanzato in Italia, avrei letto con più piacere ma, questa è la realtà cubana, chi non la capisce non ha capito Cuba.

Anonimo ha detto...

Come autore non posso che ringraziarVi per aver apprezzato il mio racconto.
per Pumario: lo so che non è bello sentirsi nei panni del cornuto di turno. Però se non avessi dato questo taglio al racconto non avrebbe avuto lo stesso sapore.
Grazie