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martedì 30 giugno 2015

Guanabo Havana Drive-by


giovedì 25 giugno 2015

TRASFERIRSI A VIVERE E LAVORARE A CUBA Marco Mazzucchelli vive e lavora a Cuba dove è direttore generale di 2 alberghi

Ciao come ti chiami?
Ciao sono Marco Mazzucchelli e ho 42 anni.

Da quanto tempo  ti sei trasferito a Cuba?
Nel 1996 mi trasferì in Repubblica Domenicana, esattamente a Las Galeras De Samaná, dove ho ancora una casa. Ho vissuto lì fino al 2001, dopodiché mi trasferii a Juan Dolio, per ragioni di lavoro. Da lì a Santo Domingo, dopodiché nuovamente a Samaná; poi a Rio S.Juan e dal 2008 Cuba, dove risiedo attualmente.

Perché hai scelto proprio Cuba per cambiare vita?
Ci ero stato in vacanza ed avevo visto la possibilità di ritagliarmi uno spazio.

Dove vivevi in Italia?
Vivevo a Genova.

Hai studiato e avuto il tuo diploma a Genova?
Sì, ho un diploma di Liceo Scientifico a Genova, e studi di Amministrazione d´impresa  all'estero.

Come mai hai deciso di andare via dall’Italia?
Avevo un desiderio di provare qualcosa di diverso e spirito d´avventura.

E’ stato difficile ambientarsi a Cuba?
All'inizio lo é stato. Avevo solo 26 anni, non conoscevo la lingua e calarsi in una realtà  profondamente diversa da quella Italiana non è stato semplicissimo. Comunque tutte le difficoltà aiutano a crescere.

I tuoi parenti e amici più stretti cosa ti avevano consigliato?
Consigli non me ne hanno dati, o almeno non ricordo. La maggior parte pensavano stessi facendo un errore.


Com’era la tua giornata tipo in Italia?
La mia giornata tipo in Italia... é passato tanto tempo ed ero molto giovane... direi lavoro, la compagnia di amici, la fidanzata, la Sampdoria... non necessariamente in questo ordine.

Di cosa ti occupi ora esattamente?
Sono Direttore Generale di 2 alberghi della Catena Meliá Hotels Internationals in Cuba.

Sei soddisfatto del tuo nuovo lavoro a Cuba?
Molto. Amo il mio lavoro, a prescindere dal fatto che mi assorbe quasi tutta la giornata.

Quali sono i tuoi hobby?
La Pesca subacquea

Vivi da solo o hai una tua famiglia?
Attualmente convivo.

Come ti trovi a vivere a Cuba, lo consiglieresti ad altri Italiani per una vacanza o per viverci?
Per una vacanza assolutamente. Cuba é un paese bellissimo, con sapori autentici ed una cultura che non ha uguali nei Caraibi. Tra l'altro, é molto sicuro; cosa che non si può dire di molti altri posti a queste latitudini. Per quanto riguarda la possibilità di viverci, conosco molti Italiani che risiedono qui, più che altro a La Habana, però ce ne sono in tutte le provincie. Per viverci? Perché no?
Hai avuto difficoltà nel tuo trasferimento a Cuba?
No, comunque é giusto sottolineare che si é occupata di tutto l´impresa che mi ha  contrattato. Sono entrato con un permesso di lavoro.
Come ti immagini tra 20 anni?
Francamente, non ne ho idea. Non amo guardare così avanti nel tempo. Mi auguro la  salute, il resto si vedrà.

Sei rimasto in contatto con i tuoi parenti e i tuoi amici Italiani?
Certo che si! Molti unendo l´utile al dilettevole sono venuti a trovarmi in questi anni ed io torno in Italia in vacanza spesso.

Che ne pensi di Facebook, Skype, ecc… li utilizzi?
Le reti sociali sono vitali nel mio lavoro. A livello personale, uso Facebook…  per le altre  qua  é un poco complicato.
Cosa ti manca della tua città, ne hai nostalgia?
Di tante cose... ovviamente la famiglia e gli amici; certi posti che rappresentano ricordi piacevoli, certi sapori della mia terra... e la mia amata Sampdoria.
Sapresti descrivermi 3 culture di Cuba?
Cuba é il risultato di una mescola di varie culture. Tra le più presenti,
la Spagnola, la Africana e poi tracce di altre, come per esempio la nostra.

Cosa ti piace di più’ di Cuba?
Che il Cubano, nonostante gli enormi problemi con cui convive non perde il buon umore. Un altro aspetto che merita essere citato é il livello culturale della popolazione. Generalmente più alto della media del continente.

Ci vivono molti Italiani a Cuba nella zona dove vivi tu?
Attualmente, vivo in un atollo a 52 km da Caibarien, nella provincia di S. Clara. Ovviamente, qui ci sono solo installazioni turistiche e non ci vive nessuno, eccetto noi che ci lavoriamo.
Nella provincia Italiani ce ne sono, anche se non credo tanti come a La Habana, Matanzas o Holguin.




MOLLO TUTTO CUBA Marco Mazzucchelli

Come ti trovi a vivere a Cuba, lo consiglieresti ad altri Italiani per una vacanza o per viverci?
Per una vacanza assolutamente. Cuba é un paese bellissimo, con sapori autentici ed una cultura che non ha uguali nei Caraibi. Tra l'altro, é molto sicuro; cosa che non si può dire di molti altri posti a queste latitudini. Per quanto riguarda la possibilità di viverci, conosco molti Italiani che risiedono qui, più che altro a La Habana, però ce ne sono in tutte le provincie. Per viverci? Perché no?
Hai avuto difficoltà nel tuo trasferimento a Cuba?
No, comunque é giusto sottolineare che si é occupata di tutto l´impresa che mi ha  contrattato. Sono entrato con un permesso di lavoro.
Come ti immagini tra 20 anni?
Francamente, non ne ho idea. Non amo guardare così avanti nel tempo. Mi auguro la  salute, il resto si vedrà.

Sei rimasto in contatto con i tuoi parenti e i tuoi amici Italiani?
Certo che si! Molti unendo l´utile al dilettevole sono venuti a trovarmi in questi anni ed io torno in Italia in vacanza spesso.

Che ne pensi di Facebook, Skype, ecc… li utilizzi?
Le reti sociali sono vitali nel mio lavoro. A livello personale, uso Facebook…  per le altre  qua  é un poco complicato.
Cosa ti manca della tua città, ne hai nostalgia?
Di tante cose... ovviamente la famiglia e gli amici; certi posti che rappresentano ricordi piacevoli, certi sapori della mia terra... e la mia amata Sampdoria.
Sapresti descrivermi 3 culture di Cuba?
Cuba é il risultato di una mescola di varie culture. Tra le più presenti,
la Spagnola, la Africana e poi tracce di altre, come per esempio la nostra.

Cosa ti piace di più’ di Cuba?
Che il Cubano, nonostante gli enormi problemi con cui convive non perde il buon umore. Un altro aspetto che merita essere citato é il livello culturale della popolazione. Generalmente più alto della media del continente.

Ci vivono molti Italiani a Cuba nella zona dove vivi tu?
Attualmente, vivo in un atollo a 52 km da Caibarien, nella provincia di S. Clara. Ovviamente, qui ci sono solo installazioni turistiche e non ci vive nessuno, eccetto noi che ci lavoriamo.
Nella provincia Italiani ce ne sono, anche se non credo tanti come a La Habana, Matanzas o Holguin.


Quali sono le maggiori differenze di vita che vedi tra l’Italia e Cuba?
Cuba é un paese che soffre da decenni la decisione degli USA di danneggiarlo economicamente, impedendogli accedere ai mercati Internazionali, per cui le ripercussioni nel quotidiano sono enormi.
Ciononostante, o sarà proprio per questo, le relazioni interpersonali sono più vere e sincere. Più che esempi che lasciano il tempo che trovano, la forma di vivere qua  mi ricorda molto quella del paesino di campagna dove andavo in estate da bambino. Tutti che si conoscono e si aiutano; nessuno che si preoccupa di chiudere la porta quando esce di casa. I bambini che giocano in piazzetta o nei prati e le persone che fanno notte parlando, sedute al ciglio della strada.

Sei più tornato in Italia a trovare famiglia e amici?
Diverse volte in vacanza. L´ultima a settembre dell'anno scorso.

Torneresti mai a vivere in Italia?
Mai dire mai, comunque a corto raggio non credo proprio.
  

domenica 21 giugno 2015

Amori e disastri

Viaggio tra gli italiani a Cuba che si sono trasferiti a Cuba perché speravano di fare business, o perché la pensione era troppo bassa, o perché sognavano la passione dei 20 anni. Gli italiani dell'Avana
Alla Panaderia Francesa i croissant fanno abbastanza schifo, ma come dice Luigi «se chiudi gli occhi e annusi, un po’ ci puoi credere di essere a Parigi». Funziona, ma solo se contemporaneamente ti tappi anche le orecchie. Perché se no sembra di stare in un bar di Brescia: nel locale cubano che sogna di essere francese si sente parlare soltanto italiano. Olé. Capelli bianchi, occhiali a specchio, bermuda e scarpa stringata, i pensionati italiani che vivono all’Avana vecchia si ritrovano sempre qui la mattina a bere l’espresso, riempire i posaceneri di cicche, parlare di calcio e di politica («se fossi Renzi», «se fossi Grillo»), un po’ come al circolino.
NESSUNA TRACCIA
All’ambasciata italiana non sanno dire con esattezza quanti siano i connazionali che decidono di invecchiare sull’isola: quasi nessuno si iscrive all’Aire (l’anagrafe italiani residenti all’estero), quasi nessuno ha problemi, quasi nessuno si sposa o divorzia, quindi la rappresentanza diplomatica non ha traccia delle loro esistenze. Ci sono quelli del centro storico della capitale, quelli che stanno nel più residenziale Vedado, quelli che invece hanno scelto di vivere sulla spiaggia, a Guanabo, a mezz’ora dall’Avana, dove c’è il Mar dei Caraibi, ma anche delle ottime pizzerie italiane.
«QUI PER NON SENTIRE FREDDO»
Quando vado per incontrarli sbaglio orario: mi avevano raccontato delle loro interminabili partite a scopa, ma arrivo troppo presto e stanno tutti ancora facendo il riposino. Stanno tendenzialmente sempre in gruppo e, anche se non vivono vicini, hanno i loro appuntamenti fissi. Per quelli della zona Vedado c’è quello, ogni mattina, alla piscina dell’Hotel Occidental Miramar. Tra gli habitué del posto c’è Antonio, 70 anni, un passato come dirigente di banca. «Perché sono qui? Perché a un certo punto della vita ho deciso che non avrei mai più indossato un cappotto. Sono un meridionale trapiantato di forza al Nord: Dio quanto freddo ho patito!».
LE TRE CATEGORIE DI ITALIANI
Tra tutti quelli che ho incontrato lui è l’unico che mi racconta di andare al cinema (costo: 1 peso cubano, tipo meno di un euro), a teatro (meno di dieci euro). «Fanno anche balletti bellissimi, ci vado sempre solo, a nessuno dei miei amici frega niente della cultura », dice. Sui connazionali suoi coetanei ha una sua teoria: «Ci sono tre categorie di italiani che vengono a Cuba: la prima è di quelli che sperano di fare business dalla mattina alla sera. Illusi. La seconda di quelli che in Italia non riescono a vivere della loro pensione e qui sì. La terza è formata da quelli che vengono alla ricerca del tempo perduto. Questi – se mi consente la pignoleria – si dividono in due sottocategorie: i vecchi rincoglioniti che vengono a cercare l’amore eterno e i vecchi rincoglioniti che vogliono divertirsi. Ecco, io appartengo a quest’ultima».
STORIA DI BRUNO

domenica 14 giugno 2015

OMAGGIO AL “CHE” GUEVARA A 87 ANNI DALLA SUA NASCITA.

Il Che Guevara: un simbolo, un ideale, un modello. Oggi14 giugno 2015 avrebbe compiuto 87 anni se non fosse stato ucciso nelle montagne della Bolivia dall’esercito boliviano che represse la guerriglia comandata dallo stesso “Che”. Una figura che a 47 anni dalla sua morte risveglia ancora gli animi intorpiditi dal consumismo, fa sorgere aspirazioni e iniziative concrete, riesce a unire formalmente in una grande manifestazione i movimenti di sinistra di tutta l’America latina.
Ogni paese ha i propri eroi, e si sente orgoglioso della propria storia, ma il Che appartiene a tutti perché non considerò come sua patria il luogo dove era nato o quello dove si era stabilito, ma qualsiasi angolo del mondo nel quale la sopraffazione e l'ingiustizia offendessero l'uomo, e chiamassero alla ribellione. Su alcuni siti web o manuali di storia la sua biografia è aperta dalla definizione "Rivoluzionario cubano..." o "Guerrigliero cubano...". Era Argentino, ma soltanto per caso. Poteva nascere in qualsiasi posto, come accade ai grandi personaggi, poteva essere asiatico o africano, e lo fu, combattendo in Congo e girando l'Indocina, partecipando con trasporto a tutto quanto riguardasse l'umanità ovunque. Poteva morire boliviano, e lo fece, portando ai contadini senza coscienza l'idea della ribellione ai tiranni. Poteva vivere uomo, padre, amante e amico, poteva dare ai suoi figli poco, intensissimo tempo e amore, poteva sperare e lavorare perché avessero più dignità, e lo fece. Non avrebbe potuto usare la sua professione di medico per costruirsi ville e acquistare panfili, ma non per questo ebbe mai una ideologica estetica della povertà, che vedeva come il male principale da estirpare per fondare una umanità degna. I suoi insegnamenti, la sua stessa brevissima esistenza dimostrano che pensava una società umana e vera, quell'hombre nuevo che avrebbe realizzato la società diversamente ricca cara a tutti noi, non importa l’età. Anche per questo lo sentiamo nostro, anche per questo è di tutti coloro che non si rassegnano.
FELIZ CUMPLEAÑOS MI COMANDANTE. HASTA SIEMPRE!