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martedì 26 gennaio 2010

Alamar








Sono andato per la prima volta (finalmente) ad Alamar
e devo dire che come prima impressione mi è
piaciuta tantissimo.Lontano dalla solita confusione
turistica di Guanabo,ho trovato spazi di vera vita
quotidiana.L'occasione era per visitare un caro amico
italiano sposato en Cuba con una famiglia bellissima,
e una cara amica che avevo conosciuto tramite un conoscente
canadese.L'ospitalità cubana non ha iguali nel mondo,
con l'occasione ho potuto fotografare istanti
in modo da non dimenticare quei bei momenti che ho trascorso.
Ci ritornerò di sicuro.

sabato 23 gennaio 2010

Dall'altra parte del mondo



Non so voi, però a me capita spesso di mettermi
davanti al computer e digitare alcune parole chiave
di ricerca.
Il mio preferito è youtube dove si può vedere posti
dove sei stato,legando cosi il proprio ricordo
ad un video.
Per esempio guardando questo video cerco di vedere
persone o cose che conosco, a volte mi sembra proprio
di essere li e immediatamente scatta un sorriso.
che ricordi sembra proprio che ero li settimana
scorsa......

martedì 12 gennaio 2010

Cola Loca - La Estafa del Babalawo

MALECON

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ISSAC DELGADO

Una delle mie canzoni preferite
">

L' Habana

Fisso l’orizzonte dell’Oceano che risucchia il sole accucciato sotto nuvole fucsia, rosa, dorate. Dal muretto osservo il crepuscolo di una giornata vissuta intensamente. C’è un vento rapido e imprendibile che arruffa i capelli e spinge le onde sui massi sotto le gambe penzolanti. Spruzzi di balena scavalcano il parapetto del Malecòn lasciando specchi di mare sul boulevard. Bionda bellezza da fiaba, prodigio di luce riflesso sull’acqua. L’ambra del tramonto cattura fatiscenti palazzi sul lungomare. Tetti di rossi mattoni, balaustre in ferro battuto. Ferite mai curate che hanno sbriciolato intonaci del barocco ispanoamericano. Consunte facciate logorate dal tempo, dal vento e dall’embargo.
E’ sempre così, il tramonto sul Malecòn sotto una gazzarra di gabbiani. Eppur diversa è l’emozione. Stati d’animo, pensieri, ricordi. Cala il sole di fronte al proscenio della sfilata di balconi criolli, panni stesi, serrande intagliate, muri pastello. Si accendono le luci sul lungomare habanero, più di dieci chilometri dalla torre della Chorrera fino al Castello de la Punta. Un serpentone grigio con sfumature rosse e blu affiancato dal basso muretto. Semplice cornice senza palme.
Se ne vanno pescatori, turisti, innamorati. Anche quel gruppo di ragazzi con la chitarra che ascoltavano musica d’oltre oceano dalle macchine con le portiere aperte. Di giorno li trovi nell’Habana Vieja, già ricettacolo dei peccati capitali degli anni Cinquanta. Nei vicoli da carrozze, dietro le “guardavecinos”, finestre dai vetri colorati.
Li trovi in calle Obispo, proprio nel cuore della città, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Nel Parque Central coi palazzi dell’Ottocento insieme ai turisti. Tanti, troppi. Nel moresco “foyer” dell’Hotel Inglaterra. Di fronte al Capitolio National. In Paseo del Prado con l’ art nouveau e decò, i lampioni in ferro battuto. La più bella passeggiata di tutta l’Habana.
Non li trovi nel parco adiacente al Museo della Rivoluzione. Conoscono bene il Granma agli ormeggi in un mare artificiale di vetro. Al cabinato con cui Fidel Castro e Ernesto Guevara giunsero a Cuba nel 1956 per lanciare la rivoluzione, gli habaneri preferiscono le strade, i mercati, le piazze come quella della Cattedrale. Qui vendono prodotti artigianali mentre da “El Patio” si spande profumo di “pierna asada” e “ropa vieja”.
Nel Vedado, antico quartiere in epoca coloniale vietato alla gente di colore, la Rampa sale sulla 23ma strada che straripa di vita “dia y noche”. Molti giovani s’incontrano davanti all’Univesidad de la Habana dove ancora si parla della lotta studentesca contro Machado e Batista e nel contempo si disertano le lezioni di filosofia.
La propaganda turistica ammette volentieri certe radici di parentela con “gentiluomini di ventura” col marchio nero che rubavano ai ricchi per donare ai poveri. Nel ‘500, con le navi che attraccavano nel porto arrivarono ricchezze e schiavi, oro e malattie, vino e polvere da sparo.
Nelle fortezze dell’Habana, La Real Fuerza, San Salvador de La Punta e Los Tres Reyes del Morro c’è la storia di un’epoca d’arrembaggi. Qui, giovani artisti espongono opere d’amore e ombra. Dai contenuti anticonformisti, attirano fulmini burocratici. Ma non fanno male.
“L’antico boulevard del nuovo mondo” entra nell’anima. Non smetto di scrutarlo, respirarlo.
L’Habana, città di mare ma non protesa verso il mare. Al contrario, è l’Oceano che la vuole conquistare senza riuscirci, si accanisce contro la battigia spinto dai “notes”, i venti del nord.
Immagine viva di colori sbiaditi e scortecciati delle case coloniali con le colonne rosicchiate dal tempo e dalla salsedine. Sotto i portici, vociare di ragazzi che rincorrono palloni. Sulla strada, altri con i rollers skates si aggrappano alle borbottanti Buick, Cadillac e Plymouth. Tutte rimesse a nuovo o quasi. Ingegnosi meccanici, gli habaneri.
Ma soprattutto “salseros, soneros, rumberos y trovadores”. Donne, uomini, ragazzi e bambini hanno il passo di chi ha salsa e rumba nei fianchi. Persino in bicicletta è uno zizzagare con la musica che scorre nelle vene.
Musica viva all’Habana Vieja, sulla strada, nelle cantine. Swingata da menestrelli. Mossa dal romantico bolero della Nueva Trova. Colte poesie cantate e ballate, improvvisate dai soneros. Sassofoni, trombe, percussioni e chitarre. Languide melodie e viscerale sound caraibico. Musica dentro.
Quindici anni, bermuda neri e una t-shirt viola scolorita dal sole. Avanza quasi ballando Rafael, scugnizzo cubano dalla pelle color cannella sotto un’arruffata chioma di biondi capelli. Arriva puntuale quasi avesse l’ora in testa. E’ sabato sera e c’è tutto un mondo nell’Habana Vieja. Suoni e “Santeria” scorron come fiumi.
E’ nipote di Cèila. Senza età, irradiata da rughe di saggezza, folate di tabacco e rum. Porta al collo amuleti degli spiriti “orisha”. E’ “santèra” e per ingannar gli eventi gestisce una “casa particular”(pensione) nel quartiere di Marianao, dove ho trovato alloggio e gioia.
La mattina mi sveglia con succo di cocco e canna, mentre un vecchio Bolero gracchia e tartaglia su ritagli di silenzio. Mi scruta strizzando gli occhi. “Ochossi” o “Ochun”. Dea della caccia e della foresta o divinità del fiume e della dolcezza. Sorride Cèila, su di me vola uno spirito buono. Stasera, andrò con Rafael dal “babalao”. Lui scioglierà il dilemma.
La Santéria o liturgia della Regla de Ocha portata dagli schiavi africani, fa parte della cultura cubana, così come lo sono il ballo e la musica. Tutti tengono d’occhio spiriti, riti e “babalao“, sacerdoti e registi del realismo magico santéro dove abitano nere e gaie deità legate a santi cattolici. “Sincretismo” per i teologi, “mestijazion” per gli etnologi. Divinità con due volti. Ma con un anima sola, quella del fedele.
Rafael mi prende per mano. Piccola e forte, dà sicurezza. Sotto un cielo inchiodato da stelle, saliamo verso l’Habana Vieja tra vicoli, musica, telenovelas e cani acciambellati. Seguiti dalle nostre ombre fin sulla porta del “babalao”. Qui non entreranno. Il resto è un’altra storia.

domenica 10 gennaio 2010

Trasporto a Guanabo

Alcuni esempi di trasporto a Guanabo:



L'utilizzo del taxi rimane quello più veloce ma più costoso
Con circa 15 cuc raggiungi la capitale in 15-20 minuti



Un'alternativa molto comune e molto ma molto
economica è l'utilizzo della linea autobus.
Chi soffre per gli affollamenti è da evitare
La capitale la si raggiunge in un'oretta. (nr 400)
Possibilità di far conoscenza,occhio al portafoglio!


Per gli amanti di brevi gite o spostamenti non molto lontani
c'è la possibilità di rentare un motorino (50cc) con prezzi
abbastanza accettabili legati naturalmente ai giorni scelti
per l'affitto. Circa 10 cuc al dia per un mese,
chi non potesse un mese se non ricordo male circa 16 cuc
al giorno per 15 giorni.

Il bici taxi è molto usato,molti cittadini lo usano
bisogna concordare ma può essere una buona soluzione
per spostarci per brevi tratti (es.dopo la spesa).


L'utilizzo della carrozza,usato tantissimo,perchè più veloce
dei bici taxi ma porrei attenzione contrattando sul prezzo
(ho brutti ricordi io)


Se si pensa un giorno di ritornarci,si ha la possibilità
di acquistare una bici presso le due tiendas del paese
I prezzi si aggirano attorno i 130-200 cuc,
la qualità non è paragonabile alle nostre ma diciamo
che ci si può accontetare...
Meglio usare qualche piccolo accorgimento tipo luci
e catena di sicurezza.Claro che poi è meglio lasciarla
a qualche persona di fiducia.

giovedì 7 gennaio 2010

Farewell-Pablo Neruda


Desde el fondo de ti, y arrodillado,
un niño triste, como yo, nos mira.
Por esa vida que arderá en sus venas
tendrían que amarrarse nuestras vidas.
Por esas manos, hijas de tus manos,
tendrían que matar las manos mías.
Por sus ojos abiertos en la tierra
veré en los tuyos lágrimas un día.

Yo no lo quiero, Amada.
Para que nada nos amarre
que no nos una nada.
Ni la palabra que aromó tu boca,
ni lo que no dijeron las palabras.
Ni la fiesta de amor que no tuvimos,
ni tus sollozos junto a la ventana.

(Amo el amor de los marineros
que besan y se van.
Dejan una promesa.
No vuelven nunca más.
En cada puerto una mujer espera:
los marineros besan y se van.
Una noche se acuestan con la muerte
en el lecho del mar).

Amo el amor que se reparte
en besos, lecho y pan.
Amor que puede ser eterno
y puede ser fugaz.
Amor que quiere libertarse
para volver a amar.
Amor divinizado que se acerca
Amor divinizado que se va.

Ya no se encantarán mis ojos en tus ojos,
ya no se endulzará junto a ti mi dolor.
Pero hacia donde vaya llevaré tu mirada
y hacia donde camines llevarás mi dolor.
Fui tuyo, fuiste mía. Qué más? Juntos hicimos
un recodo en la ruta donde el amor pasó.
Fui tuyo, fuiste mía. Tú serás del que te ame,
del que corte en tu huerto lo que he sembrado yo.
Yo me voy. Estoy triste: pero siempre estoy triste.
Vengo desde tus brazos. No sé hacia dónde voy.

...Desde tu corazón me dice adiós un niño.
Y yo le digo adiós.

Me falta la habana by raul

lunedì 4 gennaio 2010

12 de la noche en Guanabo



Sicuramente se avessi avuto con me una macchina
molto più professionale avrei potuto
immortalare in modo migliore questo
splendido momento
Perchè?
stavo andando al Guanabo club.

venerdì 1 gennaio 2010

Auguri di Buon Anno



Tantissimi auguri di Buon Anno a tutti e
in particolare a tutte quelle 13200
persone e oltre, che hanno visitato questo piccolo blog
gestito da tre persone che come voi hanno in
comune la passione e l'amore per Cuba.