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sabato 25 dicembre 2010

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO

mercoledì 22 dicembre 2010

LA FERIA DE HAVANA





sabato 4 dicembre 2010

Camilo Cienfuegos Gorriaràn




Camilo Cienfuegos Gorriaràn morì il 28 ottobre 1959. Si trovava a Camaguey, dove aveva sedato una rivolta anti-rivoluzionaria e arrestato il comandante batista Huber Matos. Partì in volo dall’aeroporto a bordo di un piccolo bi-motore assieme al suo pilota, diretto a casa, a l’Avana. Poco dopo il segnale del suo velivolo scomparve dal radar. Stava sorvolando il mare e le ricerche che furono successivamente organizzate per il suo ritrovamento non diedero risultati. Né i corpi dei due uomini, né l’aereo o i suoi rottami furono ritrovati. Ufficialmente, prove alla mano, la causa del disastro è attribuita ad un imprevisto maltempo. Ma sulla sua morte resta comunque il mistero. C’è chi crede alla teoria dell’incidente o chi, come Che Guevara, attribuisce la colpa alla CIA. Pare infatti che lo stesso giorno un ex-pilota dell’aviazione di Batista fu costretto ad atterrare sull’isola per fare rifornimento, spacciandosi per un ufficiale dell’esercito, e testimoni affermano di aver visto del fumo uscire dalle mitragliatrici del suo aereo che poi si diresse verso le coste americane. Altri dicono, invece, che ad organizzare l’attentato furono gli stessi vertici rivoluzionari, preoccupati per la crescente popolarità di Camilo e per le sue vedute politiche che differivano da quelle di Castro e Guevara. Altri ancora pensano che l’incidente in vero non ci sia mai stato e che si sia diretto verso le coste della Florida, e qualcuno giura di averlo visto passeggiare per Miami, sbarbato e con tanto di sigaro in bocca. Fra tutte queste teorie, e fra le tante altre supposizioni che si possono fare in merito alla sua morte, l’unica cosa che rimane indiscussa è che l’intera popolazione cubana perse il suo più grande eroe popolare. Fra tutti i protagonisti della rivoluzione, Camilo è stato senza dubbio il più amato. Un intero popolo si rivide nel suo coraggio. Con le sue azioni, militari e non, dimostrò ai cubani che per cambiare il proprio destino era necessario la semplice presa di coscienza della propria dignità di uomo. Non lo stratega militare o il politico. Non il guerrigliero o il diplomatico. Semplicemente l’uomo. L’uomo che non accettava dittature ed imposizioni. L’uomo che non restava inerte di fronte alle barbarie e alle persecuzioni. Camilo entrò nel cuore dei cubani e la sua prematura scomparsa, a soli ventisette anni, non fece che aumentare l’amore che essi provavano per lui. Basti pensare che ancora oggi, a quasi mezzo secolo dalla sua morte, nel giorno del suo anniversario,tantissime persone si recano nei lungomare cubani per lanciare in acqua fiori e petali in sua memoria.