Translate

martedì 30 dicembre 2008

La bambola di pezza





Forse cuba ancora non mi appassionava come adesso. Ricordo che era alla fine del primo viaggio in terra Cubana...come spesso accade a chi è in preda alla cubanite acuta, cercavo sul web notizie o qualsivoglia scritto che legasse con la parola Cuba. Fù allora che trovai quella storia cruda ed appassionante che è “100 $ per un amore”. Ricordo che capeggiava, all’inizio della pagina, la foto di una bellissima e sensuale mulata. Lessi queste pagine con avidità come un disperso nel deserto beve alla prima oasi incontrata. Lessi quelle pagine ed individuai molte analogie nei racconti dei miei amici che allora rientravano da cuba. Il sesso, la passione, il desiderio, i primi cedimenti, il quasiamore, la distanza, l’inganno ed infine la delusione. Lessi di una ragazza qualunque, con la sua storia, le sue aspettative e le sue paure. Lessi un piccolo particolare che ancora oggi arranca nella memoria: Credo che la scena si svolga in un Hotel, se non ricordo male lei viene offesa, per mancanza di tatto, dal suo compagno. Quest’ultimo, in prede alla disperazione, chiese consiglio ad un suo amico più navigato il quale gli consigliò di regalargli una bambola. Bene, questa piccola prassi l’avevo interpretato come un diversivo letterario, un modo di condire e di abbellire e di arricchire un racconto esotico e nulla più. Sino a quel giorno! Eravamo rimasti appiedati dal motore che avevo affittato a causa di una foratura, per cui decidemmo di passare la nottata in casa sua al campo. Mangiamo del congrì con pescado, preparato dalla nonna anticipatamente per tutta la famiglia. Fù una cena fugace poiché non intendevo stare in quel posto oltre la nottata. Con quelle persone semplici e genuine stavo bene ma il paese era un mortorio, mi mancava la mia stanza nella particular, i miei amici ed il mio ambiente. Mi feci una doccia “primordiale”; un secchio pieno d’acqua, un vecchio tegamino per versarmi l‘acqua addosso. Mi lavai con la sola saponetta ma provai piacere a lavarmi in quei luoghi e non so per quanto tempo stetti li ad assaporare questo antico rituale...mi sorpresi a pensare che era la prima volta, da quando ero arrivato a Guanabo, che facevo un bagno con acqua dolce e non quella pestilenziale che a mala voglia oramai mi ero abituato. Mi rivestii con dei panni prestatomi dagli zii di lei e preparammo il letto per passare la notte. Era un vecchio letto, duro ma confortevole. Le lenzuola erano lise ma pulite e profumavano di bucato. In quella casa ci avevo già dormito l’anno precedente e l’unico ostacolo erano i cuscini o meglio quelli che erano adibiti a cuscini...due piccoli involucri, tipo quelli che ci danno per il viaggio in aereo...piccolissimi da casa delle barbi. Lei con un occhiata già mi aveva compreso. Gli dissi di non preoccuparsi ma lei insistette perché accettassi i due “minicuscini” in un’unica federa. E tu? Gli dissi! Non ti preoccupare, io ho il mio cuscino personale. Fù allora che mi mostro, tirandola via da una federa, una bambola di pezza. Questa è la mia compagnia quando sono da sola o mi sento sola, dormo con lei tra le braccia e tutto mi sembra più bello. Fui quasi sul punto di ridergli in faccia, come solitamente amavo fare quando mi mostrava o mi diceva qualcosa di inusuale...ma quella notte mi trattenni e pensai a quella frase letta molto tempo prima ma rimastami incagliata nella memoria;...” La tua donna dovrebbe essere come le altre ragazze cubane. Per loro, l'infanzia non c'è mai stata. Sono, quindi, come delle bambine non realizzate. Il mio solo consiglio è quello di regalagli una bella bambola con la quale, la tua novia, può giocare a fare la mamma..”.La mattina dopo la trovai accoccolata alla sua bambola come una bambina si accoccola al seno materno.
By Maverick

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ricordo la prima volta che entrai nella stanza di una cubana. Era la mia prima storia seria, restai colpito da quei peluche che la fanciulla aveva sulla cama, lo stesso letto dove trascorsi oenti inolvidables. Al ritorno lessi quel libro che forse solo da poco ho iniziato a capire veramente.