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lunedì 29 settembre 2014

Carro en guanabo

sabato 27 settembre 2014

Malecón

venerdì 26 settembre 2014

L'aragosta cubana


Correva l'anno 2005,primo viaggio a cuba,precisamente Varadero. La foto qui sopra è l'originale della prima aragosta che mi sono pappato. Presso una casa privata e rigorosamente di nascosto. In quegli anni l'aragosta la potevano cucinare solo le proprietà statali,anche se mi sembra di ricordare che esisteva un kit per inbarcarne una in aereo. Altri tempi.

lunedì 22 settembre 2014

UN RICORDO DI GINO DONÈ, EROE ITALIANO A CUBA. La sua vera storia. Per gli amici che l’hanno sempre stimato.


Gino Doné Paro (San Biagio di Callalta, 18 maggio 1924 – San Donà di Piave, 22 marzo 2008) è stato un partigiano e rivoluzionario italiano, unico europeo ad aver partecipato alla Rivoluzione cubana.
All'anagrafe italiana il nome è "Gino Giacomo Doné", successivamente, sul passaporto italiano compare solamente "Gino Doné" mentre all'anagrafe cubana, dopo il primo matrimonio, verrà registrato come "Gino Doné Paro", prendendo anche il cognome materno, come d'uso nei paesi paesi di lingua spagnola.
Gino Doné Paro nacque in Veneto da una famiglia di poveri braccianti il 18 maggio 1924, nel paesino di Rovarè di San Biagio di Callalta, frazione confinante col territorio comunale di Monastier, in provincia di Treviso.
Dopo le scuole divenne militare, e l'8 settembre 1943, all'annuncio dell'armistizio, si trovava a Pola. Tornato a casa diventò partigiano con la Missione Alleata Nelson operante nell'area della laguna veneziana e alla fine del conflitto ricevette un encomio dal generale Harold Alexander. Nel dopoguerra emigrò a Cuba, partendo da Amburgo e passando dal Canada.

L'EMIGRAZIONE A CUBA.
Nel 1951 trovò lavoro all'Avana come carpentiere per la costruzione della nuova grande Plaza Civica (l'attuale Plaza de la Revolución). In città trascorreva il tempo libero sulle gradinate dell'Università, per affinare la lingua parlando con gli studenti. Fu qui che iniziò a sentire parlare di Fidel Castro e della sua iniziale attività politica universitaria. Nella capitale cubana conobbe anche Ernest Hemingway ed ebbe modo di parlare con lui del proprio territorio di origine perché lo scrittore statunitense aveva dimorato qualche tempo in Veneto durante la stesura del romanzo di là dal fiume e tra gli alberi.
Nel 1952, seguendo la ditta per cui lavorava, Gino si trasferì nella città di Trinidad de Cuba, dove conobbe Norma Turino Guerra, che diventerà poi la sua prima moglie. Norma era amica di Aleida March de la Torre, futura moglie di Ernesto Che Guevara de la Serna. Norma e la sua famiglia simpatizzavano per il Partito Ortodosso Cubano, nel quale era dirigente il neolaureato avvocato Fidel Alejandro Castro Ruz. In quel periodo Fidel era in Messico e stava cercando giovani fidatissimi per arruolarli nel suo nuovo Movimento 26 luglio. Venuto a conoscenza che a Trinidad c'era un giovane italiano che aveva fatto il partigiano in Italia, Fidel lo volle incontrare per proporgli di fare parte della spedizione che egli stava preparando, al fine di liberare Cuba dal dittatore Batista. Tra il 1955 e il 1956, furono numerosi i viaggi di Doné tra Cuba e il Messico, portando soldi e missive, grazie soprattutto al suo passaporto italiano che non generava sospetti alle frontiere. In quanto ex soldato ed ex partigiano, collaborò agli addestramenti militari messicani diretti da Fidel. In quel periodo divenne amico del medico argentino Ernesto Guevara, (da tutti detto "Che", ma da lui sempre chiamato "Ernesto") il quale, racconterà poi Doné, gli confidò che se non avesse incontrato Fidel sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi nella cura dell'asma (di cui soffriva) nella prestigiosa facoltà di medicina dell’Università di Bologna. Il 25 novembre 1956 Doné fu tra gli 82 volontari imbarcati sul Granma, che salparono dal porto messicano di Tuxpan per sbarcare nell'Oriente Cubano, a Playas de las Coloradas, praticamente ai piedi del Monte Turquino alto quasi 2000 metri, nell'attuale provincia del Granma. Insieme all'italiano "Gino" c'erano 78 cubani, più l'argentino "Che", più il messicano "Alfonso" e più il dominicano "Ramon". A bordo egli era il più anziano e aveva il grado di Tenente del Terzo Plotone, comandato da Raúl Castro (fratello di Fidel), attuale Presidente di Cuba.

LA RIVOLUZIONE CUBANA,
Subito dopo lo sbarco del 2 dicembre 1956 ai piedi della Sierra Maestra, Donè venne mandato a cercare Che Guevara in preda a un attacco di asma; sapendo come intervenire in quanto sua moglie Norma era asmatica, gli praticò un massaggio e gli salvò la vita[1]. Il 5 dicembre 1956, dopo il primo combattimento ad Alegria de Pio, (e dopo il massacro della metà dei compagni e la dispersione dei sopravvissuti), Donè tornò a Trinidad dalla moglie, clandestinamente; poi raggiunse la vicina città di Santa Clara de Cuba ove con Aleida March de la Torre programmò un attentato nella sede del comandante batistiano della città. Mentre i due stavano per lanciare due bombe nella residenza gremita di persone e di bambini per le festività natalizie, Doné decise di annullare l'attentato dicendo alla compagna: "la rivoluzione si fa contro l'esercito non contro il popolo" (tale episodio è ricordato in un importante libro di memorie della March). Ricercato dalla polizia batistiana, i locali capi del "Movimento 26 Luglio" gli dettero l'ordine scappare salpando da Trinidad, con meta prima Messico e poi Stati Uniti.
Nel 1958, dopo il trionfo della rivoluzione castrista Doné tentò di ritornare a Cuba, ma ebbe problemi con il console cubano di New York al fine di ottenere il permesso di rientro che aveva smarrito. Non riuscendo a rientrare a Cuba, col consenso di Norma, divorziò e si risposò con una amica di Norma: la militante antimperialista portoricana Antonietta De La Cruz, avente cittadinanza statunitense, abitante in Florida, e più vecchia di lui di quasi 20 anni. Nel 1962, nel periodo della cosiddetta crisi dei missili di Cuba, inviò a Cuba una lettera in cui manifestava la volontà di tornare a combattere ma non ricevette risposta[2]. Il segretario di Fidel, il granmista Jesus Sergio Montanè Oropesa, che era uno dei pochi ad essere segretamente in contatto con lui, lo invitò ufficialmente all'Avana, da metà novembre a metà dicembre 1995, in occasione delle celebrazioni per il 39º anniversario dello sbarco del Granma, e qui Doné fu ospitato per un mese in una residenza del Consiglio di Stato cubano. L'anno successivo (alle grandi celebrazioni per l'importante 40º anniversario) fu nuovamente invitato, ma fu costretto a non accettare perché doveva accudire la moglie gravemente ammalata a Miami.

IL RITORNO IN ITALIA.
Nel 2003, dopo avere abitato e lavorato in Florida, doppiamente vedovo e senza figli, decise di ritornare in Italia, in provincia di Venezia, dove vivevano molti suoi parenti. Si iscrisse alla Sezione Anpi di San Donà di Piave e al Circolo Italia-Cuba di Venezia. Qui ritrovò vari compagni antifascisti conosciuti durante la Resistenza nella Laguna Veneziana. Nel frattempo erano stati ricostruiti i dettagli sulla sua movimentata vita, grazie alla ventennale ricerca giornalistica effettuata dal bolognese Gianfranco Ginestri per conto della Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara presieduta dall'editore romano Roberto Massari e anche grazie alle ricerche del cubano Arsenio Garcia Davila, storico-granmista. Queste informazioni sono state poi inserite nei faldoni dell'Archivio Storico delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) che conserva 82 dossier sugli 82 granmisti. Il Primo maggio 2004 Gino partecipò con l'amico Arsenio Garcia Davila alla grande sfilata popolare dell'Avana, durante la quale furono entrambi solennemente decorati. Al suo ritorno fu festeggiato in tutta Italia dall'Anpi, dalla Fondazione Che Guevara e da numerosi circoli dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Nel 2005 ritornò alcune volte a Cuba, accompagnato dai co-produttori torinesi del documentario Cuba Libre a lui dedicato, che volevano ripercorrere i luoghi della sua esperienza cubana. In tale filmato (nella parte girata a Bayamo il 26 luglio 2005 durante la commemorazione degli attacchi castristi alle caserme batistiane di Santiago de Cuba e di Bayamo) si vedono Gino e Fidel, entrambi commossi, che si abbracciano e si baciano. Per Donè fu il penultimo dei suoi viaggi a Cuba (ritornò a dicembre dell'anno successivo per la commemorazione del 50º anniversario del desembarco del Granma) e per Fidel fu una delle ultime apparizioni in pubblico prima del suo malore che lo fece dimettere dagli incarichi statali. Nel 2006 e 2007 diversi giornali italiani si occuparono della storia di Gino pubblicando numerosi articoli a lui dedicati[3]. Gino morì improvvisamente in una clinica di San Donà di Piave la sera del 22 marzo 2008, alla vigilia di Pasqua. Al suo funerale (avvenuto a Spinea il 27 marzo, dove fu cremato) parteciparono centinaia di amici e compagni, provenienti da tutta Italia, unitamente ad alcuni funzionari dell'Ambasciata Cubana di Roma che avevano fatto pervenire quattro grandi corone di rose rosse da parte Fidel Castro, di Raul Castro, della Ambasciata Cubana, e dei "granmisti superstiti".
Alcuni ricercatori storici hanno ipotizzato la possibilità che, mentre era lontano da Cuba, Doné fosse stato ingaggiato per svolgere, in giro per il mondo, compiti da agente dei servizi segreti cubani, allora diretti dal comandante Barbarossa amico di Doné (ma attualmente non esistono conferme ufficiali da parte del governo cubano).
In un'intervista al quotidiano Liberazione del 5 ottobre 2006, Doné ha dichiarato che:
« Dal giorno del Desembarco in poi, noi superstiti abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un'altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano da Cuba per fare ciò che nella Sierra Maestra non avrei potuto realizzare. C'era bisogno di addestramenti, collegamenti, informazioni, notizie, soldi, armi, e di molte altre cose ancora. Così, chi con armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch'io »
Il 10 maggio 2010 il magazine Turisti per Caso ha pubblicato una intervista, fatta da un'italiana con il nickname Vanity176, ad Arsenio Garcia Davila il quale, parlando di Doné, ha dichiarato:
« Egli si adoperò insieme ad un gruppo di persone che lavoravano all'estero a favore della repubblica socialista cubana; Gino ha svolto questo compito per quasi 40 anni; e visse negli Usa servendo sempre la causa rivoluzionaria cubana »

 EMILIO TATASCIORE

giovedì 18 settembre 2014

En ascenso el número de personas contratadas por cuentapropistas

El Código de Trabajo puesto en vigor desde junio último contempla la protección jurídica que favorezca las justas relaciones entre empleador y empleado, del sector por cuenta propia

 El número de trabajadores contratados en el sector no estatal en Cuba asciende a 99 mil 395, por lo que constituye la modalidad más representativa del sector por cuenta propia, informó en esta capital el Ministerio de Trabajo y Seguridad Social.
Al cierre de julio último, la cifra refleja la sostenida incorporación de mujeres y hombres a esa actividad al incrementarse en siete mil 417 personas con respecto a los contabilizados a fines de febrero de 2014.
Según datos del propio organismo enviados a la AIN, hasta el séptimo mes laboraban en el país 471 mil 085 cuentapropistas, principalmente en la elaboración y venta de alimentos y en el transporte de cargas y pasajeros, actividades en las cuales, en lo fundamental, se concentran los contratados por personas naturales.
Esta modalidad -señalan especialistas- no es justamente un trabajo “por cuenta propia” –como se define-, pues quien labora así no dirige, ni organiza el negocio, y menos, corre a su cargo cualquier riesgo económico, condicionantes muy presentes en el autoempleo. 
De ahí que resulte necesario la protección jurídica que favorezca las justas relaciones entre empleador y empleado, cuestión saldada ahora con el nuevo Código de Trabajo, puesto en vigor desde junio último.
El texto legal regula, entre otros aspectos, lo concerniente al contrato de trabajo entre personas naturales, que se formalizará en lo adelante de forma obligatoria por escrito, mediante convenio o documento equivalente, donde se acuerdan las cláusulas y condiciones en que se desarrolla la labor, con copias para las partes.
Asimismo, el Código dispone los derechos a garantizar por el empleador, como la jornada de ocho horas, aunque puede llegar a nueve en determinados días, sin exceder el límite de 44 horas semanales.
Se incluye también la remuneración no inferior al saldo mínimo en proporción al tiempo real de trabajo; un día de descanso semanal y siete de vacaciones como mínimo, y condiciones de seguridad y salud en el negocio.                         
Se introduce que los contratados pueden presentar sus reclamaciones en materia laboral directamente ante los tribunales municipales populares.
Ante tales novedades, se hace imprescindible que cada cuentapropista conozca cuáles son sus deberes y derechos, y de esta manera exigir por su cumplimiento, sobre todo quienes laboran bajo la subordinación de otro privado, al ser los más numerosos y vulnerables del sector no estatal.(AIN)

 

sabato 6 settembre 2014

Prova inserimento

Questa é una prova di nuovo post, speriamo che funzioni, cosi quando sarà il momento pubblicherò due foto online.

mercoledì 3 settembre 2014

El creciente sector privado en Cuba

Entre las principales transformaciones emprendidas por el gobierno cubano se encuentra la apertura del sector de trabajadores por cuenta propia, como forma de descentralización de la actividad estatal. Así lo reflejan los Lineamentos de la Política Económica y Social, devenido programa económico del proceso de reformas. El sector privado, inestable en la economía cubana hasta la década de los años noventa y, en menor medida, hasta 2008-2009, comienza a recibir estímulos positivos en 2010 –con la aprobación de 181 actividades autorizadas, que en 2014 llegan a 201 (65 más que en 1995). Este proceso de apertura se diferencia de los procesos predecesores; con anterioridad las categorías aprobadas se concibieron como complementos a la actividad estatal, lo cual las restringía. Hoy, se prestan muchos servicios que no estaban cubiertos (o lo estaban deficientemente) por las entidades públicas, mientras otros entran en franca (y a veces desigual) competencia con estas. Por otra parte, un segmento importante de los suscritos son trabajadores contratados en pequeñas empresas, lo que añade otras dos diferencias: la capacidad de explotar fuerza de trabajo; y la aparición de una forma organizativa superior, equivalente a pequeñas empresas privadas (aún sin personalidad jurídica).

 Actividades de mayor “popularidad”, en orden descendente: trabajadores contratados venta y elaboración de alimentos sector del transporte arrendamiento de viviendas


Sector Privado en La Habana

La Habana, con 2 millones 106 mil 146 habitantes, según el Censo de 2012, es la provincia más poblada de Cuba. La Habana, Matanzas, Villa Clara, Camagüey, Holguín y Santiago de Cuba, agrupan el 65 % del total de trabajadores privados, donde la capital lidera, con el 26 % aproximadamente de un total de 458 000 trabajadores por cuenta propia registrados en todo el país.
Fuentes de procedencia: 80 mil 660 sin vínculo laboral (62,3 %); 19 mil 862 trabajadores estatales (15,3 %); 15 mil 929 jubilados (12,3 %); 520 estudiantes (0,4 %); 63 disponibles.
Nivel escolar: 12 grado (61 %), 9no. grado (29 %), universitarios (8 %). Aproximadamente un 32 % de quienes se desempeñan como cuentapropistas tienen entre 16 y 35 años. La actividad que más jóvenes absorbe es la de trabajadores contratados.


Disposiciones Legales

La Resolución 353 del Ministerio de Finanzas y Precios establece algunas modificaciones especiales al trabajo por cuenta propia respecto a la Ley 113 de 2012, y añade las actividades:
Chapistero
Elaborador vendedor de artículos de mármol
Fundidor Herrero Oxicortador
Productor vendedor de artículos de aluminio
Productor vendedor de artículos de fundición no ferrosa
Pulidor de pisos
Vendedor mayorista de productos agropecuarios (Mayabeque, Artemisa y La Habana)
Vendedor minorista de productos agropecuarios (Mayabeque, Artemisa y La Habana)
Agente postal Agente de Telecomunicaciones
(Fuente: Gaceta Oficial, no.27, La Habana, 2013.)
La Gaceta 029/2013 publica, por su parte, el Sistema de gestión económica para el arrendamiento de locales al trabajador privado de los servicios gastronómicos; y autoriza:
- Paladares (elaborador vendedor de alimentos y bebidas mediante servicios gastronómicos en restaurantes)
- Cafeterías (elaborador vendedor de alimentos y bebidas en puntos fijos)
- Cafeterías de alimentos ligeros.
Otra disposición legal relevante es el Código de Trabajo, recientemente publicado, cuyo artículo 74 obliga al empleador del sector privado a garantizar:
a) una jornada de trabajo diaria de ocho horas. Puede llegar en determinados días de la semana hasta una hora adicional, siempre que no exceda el límite de cuarenta y cuatro horas semanales;
b) remuneración no inferior al salario mínimo, que según fuentes no oficiales está en el orden de los 250 pesos, en proporcióncon el tiempo real de trabajo; c) un día de descanso semanal y siete días naturales de vacaciones anuales pagadas, como mínimo; y
d) condiciones de seguridad y salud en el trabajo.

 Reflexiones finales
Un primer examen de la situación del trabajo por cuenta propia, en la realidad cubana de hoy, devuelve al menos dos problemáticas relacionadas con la fortaleza institucional y la posibilidad de fiscalización de los oferentes en este sector.
La primera es la evasión fiscal y tiene que ver con la legislación establecida. Una escala tan comprimida para el paso de un tipo impositivo a otro, en el caso de los impuestos sobre los ingresos personales (a partir de 10 mil pesos se paga 15 %, llegando a 50 % para los ingresos superiores a 50 mil), incentiva a la subdeclaración, en el contexto de una fiscalización ineficiente de los insumos utilizados. Además, impacta negativamente en las expectativas de la población tentada a convertirse en trabajadores privados, y en aquellos que ya revisten esta condición.
Asimismo, es necesario considerar aquella parte del sector que no obtiene ingresos elevados. Este problema marcha de la mano con la ausencia del mercado mayorista donde adquirir insumos no agropecuarios. Ni estos últimos son fácilmente rastreables al no existir mecanismos de comprobantes o contratos de provisión estables. Esto pone en una posición difícil a los trabajadores privados ante los inspectores, y acarrea multas elevadas.
Aún no existen instituciones de apoyo financiero a los emprendedores; lo que conecta con una política crediticia insuficiente e incoherente que se puede comprobar con la insignificante cantidad de créditos otorgados en La Habana al sector: apenas 29 hasta diciembre de 2013.
Se suscita también una fuerte competencia entre el financiamiento estatal y el privado. Este último tiene lugar en el mercado informal, y proviene de fuentes no nacionales que evaden en muchos casos a las autoridades fiscales. Este mercado emana de dos fuentes fundamentales: la que proviene del extranjero, generalmente en pequeños montos y correlacionada con la ayuda familiar, dirigida a sectores muy específicos; de otro lado, la procedencia nacional: personas que acumularon montos importantes de saldos monetarios a raíz de los últimos 20 a 25 años de situación fiscal laxa, y operan préstamos a relativamente bajas tasas (4-7 %), sin exigir garantías, mediando solamente un contrato moral, con las correspondientes consecuencias de impago.
Por último, la existencia del mercado mayorista no puede ser financiada básicamente mediante la importación de la mayoría de los insumos. Su génesis debe ser el excedente que generen las empresas estatales, una vez cubierto el encargo estatal.
Si bien está creado el mecanismo legal para la relación entre empresas estatales y trabajadores privados, se encuentran trabas institucionales en el hecho de que las empresas puedan emplear a privados hasta un monto determinado, o que los privados empleen empresas estatales en la provisión de sus servicios o bienes, articulando una cadena productiva. También las hay de tipo psicológico: directores de empresas que identifican el sector como generador de relaciones capitalistas de producción.
Un último punto se refiere a lo establecido en el nuevo Código de Trabajo en su apartado sobre el proceso de contratación privado, entre empleador y empleados. Dada la desinstitucionalización del país, resulta muy complicado que un trabajador contratado pueda demostrar procedimientos incorrectos por parte del empleador. Es urgente la apertura de oficinas, privadas o estatales, que se encarguen de estos asuntos y representen de manera efectiva los intereses del creciente sector privado nacional.