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martedì 16 febbraio 2010

GUANABO & DINTORNI 2010

A metà gennaio sono tornato a Guanabo nella stessa casa dove ero alloggiato nel novembre del 2008.
La giornata della partenza è iniziata la mattina alle cinque quando insieme ad un mio compaesano, che ha insistito tanto perché gli facessi da guida, siamo partiti alla volta di Fiumicino. Lasciata la macchina nell’ area del parcheggio a lunga sosta siamo entrati in aereoporto, per la verità sono rimasto un po’ meravigliato non trovandomi davanti alla solita fila davanti al gate e anche sull’avion c’erano diversi posti vuoti. Segno un po’ della della crisi ma anche perché tanti avevano usufruito delle ferie natalizie per andare in vacanza
Arrivati al Jose Martì ho respirato un’aria familiare malgrado ci fosse un po’ di tensione per via dell’influenza H1NC1. Infatti alcuni aeroportuali indossavano la mascherina e sia sui muri che sui taxi c’erano delle locandine con i comportamenti da adottare nel caso in cui si avertissero i sintomi della epidemia.
Fortunatamente non ho dovuto attendere per i bagagli trovandoli appoggiati per terra vicino al nastro trasportare, così purtroppo non è stato per il mio amico che è dovuto tornare a Boyeros alcuni giorni dopo per ritirare le valigie. Segni premonitori di una vacanza che a lui non è andata sempre nel verso giusto.
In ogni caso alle dieci di sera abbiamo raggiunto la nostra meta. A Mario, questo è il nome dell’ italiano che ha viaggiato con me, era riservata l’ abitacion della signora Maday , sulla rampa che conduce al Guanabo Club, a pochi metri dalla discoteca. A me invece un appartamento della casa di Teresa. Dopo una cena veloce sulla terrazza e le raccomandazioni di rito da parte della duena, sono uscito a fare un giro e per sgranchire le gambe. Mi sono fermato al Guanimar e nonostante era più di un anno che non ci mettevo piede, mi è parso tutto come prima. Ero stanco e non faceva neanche caldo, per questo a mezzanotte ero già a letto. Fortunatamente, per la prima volta, avevo portato il pigiama a manica lunga che mi ha permesso di riscaldarmi. Il mattino seguente con il mio amico abbiamo fatto un giro per Guanabo e nel pomeriggio ho chiamato al telefono Laydi, una ragazza conosciuta nel 2008 e con la quale ero rimasto in contatto. La sera la sono andata ad aspettare davanti alla discoteca e ho trascorro con lei la notte. Ci siamo visti un paio di volte dopodiché abbiamo deciso che sarebbe stato meglio proseguire su strade diverse. Nel frattempo mi davo da fare per fare nuove conquiste, ma da questo punto di vista Guanabo mi ha deluso. Non sono riuscito a trarre soddisfazioni da quella che avrei voluto impostare come una vacanza da bandolero. La località si è rivelta una cueva de putas, molte delle quali provenienti dal famigerato barrio di San Miguel del Padron alla ricerca del turista. Sotto l’aspetto delle nuove amicizie, non sono soddisfatto. Mi sono limitato a una mulatta di nome Caritad, ex ballerina, per la verità molto carina e una studentessa di medicina, che era consapevole di non essere bella ma in compenso simpatica e intelligente. In momenti diversi le ho portate in quello che il mio amico Alberto chiama scherzosamente lo scannatoio, facendomi riprendere dalla padrona di casa che avrebbe voluto far entrare le ragazze solo di giorno, mentre per me è lo stesso e se capita l’occasione anche la notte va bene per farsi una scopata.
Nonostante mi ritenga una persona abbastanza tranquilla, al confronto dei due turisti che alloggiavano nella stessa casa, la duena mi considerava un esagitato. Forse aveva ragione considerato che Lorenzo, un canadese che nella vita lavora come meccanico sulle navi per tre mesi e trascorre gli altri due a Cuba, l’ho visto tutto il tempo dondolarsi sulla sedia in una atteggiamento che ricordava quello dello psicopatico dietro alla finestra nel film Psyco e l’altro, un inglese che stava passando un paio di mesi l’anno al caldo e che per il mio amico assomigliava al protagonista autistico di Rain Man, parlava, invece, solo se ci rivolgevi una domanda, quasi volesse isolarsi dal contesto della serata, quando tutti e tre, insieme alla fanciulla di turno invitata dal sottoscritto, cenavamo seduti allo stesso tavolo sulla terrazza.
Una volta ho voluto provare a rimorchiare di giorno, così al mattino mi sono messo a passeggiare sulla strada principale, nella speranza di conoscere una ragazza che non fosse esplicitamente una jinetera. A un certo punto il mio sguardo è caduto su una biondina che stava parlando al telefono. Quando questa si è allontanata dall’apparecchio l’ho seguita e vedendola andare a un chiosco per prendere la pizza, con la scusa di chiederle se si pagava solo in moneta nazionale o fosse possibile acquistare anche in divisa, ho iniziato la conversazione. Con lei c’era un’ amica e ho invitate entrambe a bere qualcosa al rumbo dietro alla parada del 400. Le ragazze mi sono sembrate tranquille e per questo non mi sono tirato indietro quando mi hanno proposto di andare con loro alla piscina de L’ Eldorado. Chiaramente qua si paga in CUC e per usufruire della vasca bisogna tirare fuori 5 pesos a persona, in compenso però si ha diritto a diverse consumazioni. Non avevo nessuna intenzione di fare il bagno quindi ho pagato per loro due e ho preso una bevanda che spettava ad una delle mie accompagnatrici. La ragazza che aveva attirato su di se la mia attenzione aveva un fisico aggraziato , ma parlava poco, diversamente dalla sua amichetta, più in carne, ma anche con la battuta pronta.
Si stava facendo tardi e il pomeriggio lasciava posto alla sera, quindi a piedi ci siamo incamminati verso il centro di Guanabo. La “figura” così come veniva apostrofata dalla brunetta, non era incline alla conversazione e allora la sua spalla, non era la prima volta che conoscevo una donna all’apparenza un po’ riservata accompagnata da un’amica più scaltra, si sentiva autorizzata a prendere lei l’iniziativa. Dopo un lungo tratto a piedi siamo arrivati a casa ed entrambe sono entrate. Perché con una dovevo concludere, mentre all’altra scappava la pipì. A questo punto la duena accortasi della loro presenza nell’abitazione, è scesa per rendersi conto meglio di ciò che stava succedendo. Vedendola molto agitata ho cercato di tranquillizzarla, quindi ho offerto una lattina di birra alla triquena che avrebbe aspettato in mezzo alla strada. La flachita è restata dentro dicendomi esplicitamente che se volevo andare a letto con lei dovevo scucire cinquanta pesos, in quanto non era una puta e il suo lavoro si svolgeva alla cassa della gelateria Copelia in cima alla Rampa. Alla fine ho accettato l’offerta spinto dal desiderio di un’esperienza con una cubana dalla pelle chiara e per dare un senso alla giornata.
Alla luce di queste esperienze Guanabo non mi ha soddisfatto, probabilmente quindi la località non sarà più meta delle mie vacanze. Soprattutto la duena, nonostante la qualità del servizio ricettivo, si è dimostrata un po’ ossessionante, nei miei riguardi e verso le fanciulle. Non voglio dire che non faccia bene a prendere delle precauzioni nei riguardi delle ragazze più spregiudicate, ma anche con Dania, che già conosceva, è stata un po’ eccessiva chiedendole ogni volta che entrava e usciva il documentod’identità. Quando ho deciso di restare qualche altro giorno a Cuba, Teresa, mi ha detto che, siccome il mio appartamneto era riservato a un altro turista che sarebbe arrivato subito, se avessi voluto prolungare la vacanza avrebbe dovuto farmi traslocare nell’abitazione del canadese che per lasciarmi posto sarebbe stato mandato da una sua parente. Però esplicitamente mi ha detto secondo lei sarebbe stato meglio per me rientrare in Italia mentre alla mia compagna ha suggerito di farsi regalare il denaro al posto di farmelo spenderlo per un nuovo biglietto,.
Non sopportavo più l'ambiente, quindi sono sceso in strada e ho chiesto a un tassista di accompagnarci a Cojimar, cercando di far credere alla duena che stavo andando all’aereoporto.
Mentre io e la negrita abbiamo trascorso una settimana a Cojimar senza che qualcuno le chiedesse ogni volta i documenti, il mio amico come da programma, è salito su un volo della Cubana de Aviacion diretto a Santo Domingo. Come accennavo durante questi giorni a Mario sono andate storte diverse cose, a cominciare dalle valigie non atterrate insieme a noi, i 160 euro scalati dal suo credito al cellulare senza parlare o inviare sms, i dolori dovuti a un’infiammazione al nervo sciatico e per concludere una chica che a sentire lui: tampoco sapeva puteare. A tale proposito avendo una predisposizione per la scrittura il mio amico ha messo su carta dei versi in spagnolo per raccontarsi (visto che non li leggerà a nessuno, fatta eccezione il sottoscritto) la sua vacanza. Sintetizzando ha cercato di trasferire le sue emozioni scaturite dalla visone di una coppia sulla spiaggia e il desiderio di volere essere come i due giovani cubani, fuori dal tempo, che si abbracciano come due serpenti. Però sente di non poter fare niente per raggiungere la dimensione ideale rappresentata da ciò che ha davanti agli occhi in quanto, parole sue: estoi muerto en la Playa de l’est..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sig. pedro yo nn so da quanti anni vada a cuba , io ci vado dal 1999 e lo girata tutta posso dire che la sua delusione per guanabo nn la posso condividere, anche perche' cio' casa li .si un italiano che a casa a cuba sono fra i pochi.e precisamente per farle capire, conoscera sicuramente playa hermosa ? a le spalle in pratica sulla strada che lei fa per andare da teresa.bene era per dirle che se si trova dili ci si puo prendere una birra insime.guanabo era floridissimo come tutta cuba fino al 2001 dopo l euro nn si e' capito piu niente.pero le posso dire che guanabo a dispetto di cio' che lei dice di cojimar no na nulla da invidiare e' e sara il posto piu bello vicino l'habana,poi c'e' la villa panamericana. per me.se vuole trovare qualche stimolo nuovo le consiglio il sud del paese , in particolar modo las tunas, ci puo trovare puttane da 2,00 euro e case in affitto a 5,00 euro al giorno solo le lascio a lei immaginare cosa possano essere.

gugumarino ha detto...

ciao anonimo,il pedro ha solo trasmesso quello che ha provato nel suo ultimo viaggio,non ha certo offeso la mia tanto amata Guanabo anche perchè sa che un giorno ci tornerà di sicuro.Purtroppo capita avolte di rimanere delusi,non capita solo li ma in tutto il mondo.guanabo per me rimane l'unica.ciao e grazie per il tuo commento,spero il blog che ti piaccia.se hai foto mandamele in email che le pubblico,mi farebbe tanto piacere.