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domenica 30 novembre 2008

Juan Pedro Gutièrrez


Era una bella giornata di sole, presi il pulman alle 9.30 e circa le dieci sarei stato alla playa hermosa di guanabo. Scesi alla fermata 400 tanto cara al nostro Gugù ed invece di girare a destra girai a sinistra per andare a svegliare il mio amico orso marsicano Pedro. Bruciai i circa 400 metri che separano la casa di Pedro dalla 5° avenida di Guanabo e li a qualche minuto sono davanti alla sua abitazione. Era una bella giornata di sole ed il sole riscaldava il corpo e l’anima ed io vivevo da spirito libero. Pedroooo!!!! Pedrooooo!!! Abeto buenas dia! Parate un momentico que voy a ver se Pedro està abajo! Mi gridò la duena della casa. Pedro c’era e faceva la sua battaglia con le lenzuola e con la liquirizia a suo fianco. Ciao Pedrito! Io vado in spiaggia se ti fa piacere mi raggiungi là! Ok! Ora faccio colazione e poi ti raggiungo, cerca un posto riparato dal sole perché a me sto sole da fastidio. Ok! A dopo. Solitamente a me piace andare nella playa di boga ciega dove posso ammirare splendidi panorami della natura cubana…un angolino con sabbia finissima; il mare pulitissimo e con color smeraldo dove la sabbia è alta e la dove iniziano i fondali la colorazione raggiunge il blu intenso; una negra che esce con i rivoli di acqua e sembra luccicare come una maglia d’argento esposta al sole. Ma per l’occasione mi dirigo alla Playa Hermosa che è la spiaggia di fronte al parco Guanabo…luogo di ritrovo di turisti e di stanziali. Solitamente quel luogo mi appare come una piazza di paese…dove si discute di politica, di acquisti, di sport e soprattutto di cisme. Ed in quel luogo, io penso, si discute della situazione di vari paesi che hanno dato i natali ai turisti del momento. Io mi apparto un po più a destra, cerco un grosso sasso, lo ricopro di sabbia, ci appoggio sopra le ciabatte e poi stendo il telo da spiaggia ed infine, a mo di cuscino, poso lo zaino. Osservo vicino a me sta una giovane coppia di vacanzieri della Repubblica Ceka, che in seguito farò la loro conoscenza,ed un uomo di circa una sessantina di anni fermo in piedi a prendere il sole. Quell’uomo mi colpisce subito, non mi è un viso nuovo. Ma forse la mia memoria mi catapulta in una quantità infinita di persone che incontro per la strada e nel pulman e quindi penso ad “ un cubano che avevo già visto”. È un’uomo che ha uno sguardo penetrante, pur avendo circa 60 anni è un bell’uomo ed in ottima forma fisica. Osserva e prende il sole in piedi, proprio come faccio io. Il suo sguardo spazia dalla playa hermosa, dove ci sono un centinaio di persone, sino a dove si perde l’occhio per legittimo impedimento poiché in direzione oriente la playa forma una piccola conca. Ogni tanto si inumidisce la pelle con l’acqua del mare e la fa seccare sul suo corpo. I suoi averi sono minimal cubano; una sportina robusta di nylon, quelle che una volta le nostre mamme o le nostre nonne usavano per la spesa. Vicino alla sportina vi sono poggiate 2 cianclete compagne di lunghe camminate. Ha un cappellino ed inforca degli occhiali da sole. I suoi movimenti, il suo sguardo denotano una calma interiore che non si vede solitamente nei cubani…soprattutto quelli soli…soprattutto quelli vicino ai turisti. Verso le 12.30 circa arriva Pedro con la sua inseparabile camminata armoniosa, cammina come un’eterno stanco e non lo abbandona la sua qualità di ottimo osservatore…si muove ed osserva. Pedro indossa un cappellino bianco tipo santero di Regla, inforca i suoi inconfondibili occhiali con la montatura rosso e nero che sembra concordare con la sua devozione al Santo Eleguà. Il suo polso è cinto da un bracciale anch’esso rosso/nero ed al collo porta una collana esenzial tribale ed un’altra collana in oro con la medaglia raffigurante la virgen de la caridad. Arriva piano e mi chiede dove può trovare un po di ombra per poter leggere in santa pace il proprio libro. Gli indico una grossa palma a noi vicino e gli porto un sasso piatto in modo da potersi sedere con “quasicomodità”. Pedro appoggia il telo da spiaggia e ne ricava un primitivo sofà, il tronco della palma da cocco farà il resto per una improvvisata spalliera. L’amico Pedro si immerge nella sua lettura ed io colgo l’occasione per avvicinare lo zaino in modo da non lasciarlo incustodito quando farò il bagno. Lascio lo zaino e mi dirigo verso l’acqua marina per fare il mio consueto bagno. L’acqua è di un tepore intenso è un piacere tuffarsi in mezzo alle sue onde e li farsi cullare un pochino. Faccio 2 bracciate e torno nella battigia per godermi il tepore del sole. Mi asciugo un poco vicino all’acqua e vado vicino a Pedro per riprendermi il mio zaino. Pedro è immerso nella lettura ed io lo disturbo con questa frase: “Pedro! Osserva quell’uomo vicino a noi. Immaginalo con il sigaro in bocca nel malecom de la Habana e con lo sguardo diretto verso El castillo del Morro“. Come se non ci fosse stato bisogno di proferire quella domanda Pedro mi rispose: “Si, in quel balcone de la Habana vieja con le mutandine stese al sole“. Rimasi colpito dalla risposta di Pedro e mi resi conto che avevamo formulato l’identico ed unico pensiero. Rimanemmo li per li alcuni minuti indecisi se disturbarlo e chiedere chi fosse. Poi ad un certo punto l’uomo radunò le suo poche cose nella sportina e si preparò per andarsene. Mi avvicinai e gli dissi: “Desculpe por la molestia Senor! Ablavo con el mio amigo e ustedes ce parece un escritor que nosotros conocemos“. Ero in piedi davanti a lui e lui era chino a radunare le sue cose e con voce inconsuetamente bassa per un cubano mi rispose: “Yo soi escritor, ustedes que conocen de los escritor cubanos“. Io gli dissi che aveva le caratteristiche di Pedro Juan Gutièrrez ed in lui avevamo visto le sue sembrianze i suoi lineamenti. L’uomo mi canzonò e mi rispose: Yo soi escritor ma soi Alejo Carpenter. Chiesi scusa e mi allontanai convinto che l’uomo si volesse prendere gioco di me. Non sono un forte conoscitore di autori cubani ma sono certo che Alejo Carpenter è passato a miglior vita già da molto tempo. Informai Pedro che l’uomo non era Gutièrrez e nemmeno un suo sosia poiché se fosso stato così mi avrebbe sicuramente chiesto qualcosa o comunque avrebbe attaccato bottone in modo tutto cubano. Attesi che l’uomo si alzasse e si avviasse per ragguagliare meglio Pedro. Mentre l’uomo passava vicino a noi mi rivolse un saluto e mi chiese: “Que libros lleiste de Gutièrrez ustedes? Avevo alzato le difese e gli rivolsi un semplice:” ho letto molto dei suoi libri, forse quasi tutti“. Dicame ustedes alguen titulo? Trilogia sucia de la Habana. Bien! Yo soy Pedro Juan Gutièrrez y soi encantado de hacer la vuestra conocenzia.

3 commenti:

pumario ha detto...

Hola amigos, il mio spagnolo si ferma qui, rischierei di farmi del male continuando. Ho letto ed ho riflettuto, strano, mi sembrava di essere li accanto a voi mentre vi chiedevate se era o non era il famoso scrittore abanero. Questo significa che avete la prosa nelle vene. Già sapete che amo Guanabo quindi, sono felice di avere fatto questa scoperta, un blog che seguirò con costante passione, vi lascerò solo nei periodi che fisicamente sarò a Guanabo!!! pumario

gugumarino ha detto...

grazie pumario per averci accolto spero al più presto di conoscerci di persona nella nostra amata Guanabo

Anonimo ha detto...

Ciao proprio l'incontro con il grande PJ mi ha fatto tornare la voglia di leggere i suoi libri. In questi giorni o ripreso Trilogia sporca dell'Avana e avendolo conosciuto personalmente mi sembra di averlo davanti come se stesse raccontandomi le sue avventure.