Ogni paese ha i propri eroi, e si sente orgoglioso della propria
storia, ma il Che appartiene a tutti perché non considerò come sua
patria il luogo dove era nato o quello dove si era stabilito, ma
qualsiasi angolo del mondo nel quale la sopraffazione e l'ingiustizia
offendessero l'uomo, e chiamassero alla ribellione. Su alcuni siti web o
manuali di storia la sua biografia è aperta dalla definizione
"Rivoluzionario cubano..." o "Guerrigliero cubano...". Era Argentino, ma
soltanto per caso. Poteva nascere in qualsiasi posto, come accade ai
grandi personaggi, poteva essere asiatico o africano, e lo fu,
combattendo in Congo e girando l'Indocina, partecipando con trasporto a
tutto quanto riguardasse l'umanità ovunque. Poteva morire boliviano, e
lo fece, portando ai contadini senza coscienza l'idea della ribellione
ai tiranni. Poteva vivere uomo, padre, amante e amico, poteva dare ai
suoi figli poco, intensissimo tempo e amore, poteva sperare e lavorare
perché avessero più dignità, e lo fece. Non avrebbe potuto usare la sua
professione di medico per costruirsi ville e acquistare panfili, ma non
per questo ebbe mai una ideologica estetica della povertà, che vedeva
come il male principale da estirpare per fondare una umanità degna. I
suoi insegnamenti, la sua stessa brevissima esistenza dimostrano che
pensava una società umana e vera, quell'hombre nuevo che avrebbe
realizzato la società diversamente ricca cara a tutti noi, non importa
l’età. Anche per questo lo sentiamo nostro, anche per questo è di tutti
coloro che non si rassegnano.
FELIZ CUMPLEAÑOS MI COMANDANTE. HASTA SIEMPRE!
FELIZ CUMPLEAÑOS MI COMANDANTE. HASTA SIEMPRE!
Nessun commento:
Posta un commento