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domenica 21 marzo 2021

Presentato il progetto Cuba-Italia per l’agricoltura de L’Avana

 

Contribuire ad aumentare la produzione locale e l’accesso a cibi sani è l’obiettivo principale del progetto HABAMA, Autosufficienza alimentare e sviluppo di iniziative economiche sostenibili, presentato a L’Avana. Firmato tra il Ministero dell’Agricoltura e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), con la mediazione del Ministero del Commercio Estero (MINCEX), appoggerà i comuni con il maggior potenziale agricolo della città: Boyeros, La Habana del Este , Guanabacoa, Arroyo Naranjo e Cotorro.

Con una durata di 36 mesi, ha un finanziamento di 5,4 milioni di euro fornito dal governo italiano, che renderà più indipendenti gli attori territoriali per assumere un ruolo maggiore nel miglioramento delle loro condizioni di lavoro, reddito familiare, livello di formazione, organizzazione e parità di genere , basato sulla sostenibilità della produzione di frutta, verdura e piccolo bestiame.

È stato reso noto che la massima responsabilità della realizzazione sarà a carico del Gruppo Impresariale Agricolo (GAG), coordinato con l’AICS, con la partecipazione dell’Istituto di Ricerca dei Frutti Tropicali (IIFT) come ente esecutivo e l’accompagnamento del Istituto di Ricerca per l’Industria Alimentare (IIIA), del Ministero dell’Industria Alimentare.

Secondo Bárbara María González Rodríguez, coordinatrice provinciale del progetto, attualmente, insieme al seminario iniziale, viene effettuata la diagnosi per identificare i possibili beneficiari dell’iniziativa in tre linee fondamentali: ortaggi, alberi da frutto e piccolo bestiame, per poi iniziare la sua esecuzione.

Come riportato da Julio Martínez Roque, coordinatore del Programma alimentare e di distribuzione del governo della città, è il più grande progetto di collaborazione che viene portato avanti nella capitale e la sua importanza risiede nella spinta che darà alla produzione alimentare, per contribuire al Programma di Autosufficienza Municipale (PAM) e Sovranità Alimentare.

Da parte sua, Ydael Jesús Pérez Brito, Vice Ministro dell’Agricoltura, ritiene che si tratti di un progetto importante e interessante, che ha a che fare con lo sviluppo locale, con la forza dei municipi, unita all’autosufficienza municipale, che fa parte di quel grande programma di educazione alla sovranità alimentare e alla nutrizione.

HABAMA permette concretizzare questi temi, sia quello dello sviluppo locale e dell’autosufficienza, sia quello della conoscenza, dell’integrazione con l’industria, della conservazione, della qualità, dell’innocuità, e chiude il ciclo, per cercare anche l’esportazione, con l’obiettivo di ottenere valuta liberamente convertibile per sostenere il progetto, ha affermato.

Secondo il delegato dell’Agricoltura a L’Avana, Esmeregildo Martínez Games, con il 20% della popolazione del paese, la capitale ha solo lo 0,4% della superficie arabile di Cuba (circa 40.000 ettari).

Delle 30 libbre pro capite al mese che propone il piano di sicurezza alimentare, il sistema agricolo de L’Avana oggi produce solo 3,5 libbre (11,6%) e si impegna a raggiungere le 10 libbre (33% del totale), e il progetto HABAMA contribuirà a raggiungere quell’obiettivo, ha evidenziato il delegato.

“Nella misura in cui la capitale produce di più, dipenderà meno dalle altre province, il che garantisce stabilità nell’approvvigionamento alimentare”, ha sottolineato.

“L’Avana è forte nella produzione di ortaggi, soprattutto quelli con foglie. È una possibile sfida avvicinarsi o garantire le 10 libbre che il paese propone con le sue produzioni”, ha considerato e ha assicurato: “questo progetto sarà un successo, perché noi, abitanti de L’Avana  lo abbiamo proposto, perché dobbiamo garantire stabilità alimentare e comportarci bene con i fratelli che ci aiutano, dimostrando che è possibile realizzare in provincia, per la prima volta, un progetto di tale portata”.

Alla presentazione di HABAMA erano presenti anche Samuele Fazzi, consigliere e vice capo missione dell’ambasciata italiana a Cuba; Luis Carlos Góngora, coordinatore degli Obiettivi e Programmi del Governo de L’Avana, e Mariarosa Stevan, direttrice dell’Ufficio AICS-L’Avana, tra gli altri dirigenti cubani e italiani.


http://it.cubadebate.cu/notizie/2021/03/18/presentato-il-progetto-cuba-italia-per-lagricoltura-de-lavana/

sabato 6 marzo 2021

Viva Cuba

 Post scritto da alessandro di battista.

In Italia, attualmente, si stanno somministrando (a rilento per via dei ritardi delle consegne) 3 vaccini diversi. Li producono Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Tre multinazionali che di europeo hanno ben poco. Chiaramente, essendo multinazionali, hanno sedi e distaccamenti in mezzo mondo. Ma non sono europee ed, ovviamente, non sono aziende pubbliche. La più europea è AstraZeneca, nata dalla fusione di una casa farmaceutica svedese con una britannica. Era il 1999, erano gli anni d'oro delle fusioni in ogni ambito e della nascita di colossi bancari, editoriali e farmaceutici. AstraZeneca ha la sede centrale a Cambridge, Regno Unito, dunque fuori dall'UE. Anche la sede centrale di Moderna, colosso farmaceutico statunitense, è a Cambridge, ma Cambridge Massachusetts, area di Boston per intenderci. Pfizer, la più grande casa farmaceutica al mondo - tra l'altro azienda coinvolta in innumerevoli scandali - ha la sua sede principale a New York. 


L'EMA, l'Agenzia Europea per i Medicinali, sta valutando se dare l'ok anche ad un quarto vaccino, quello prodotto dalla Johnson & Johnson che ha il suo quartier generale a New Brunswick, nel New Jersey.


Questo è il quadro: un dominio delle imprese nordamericane con l'UE che, oltretutto, le sovvenziona con denaro pubblico e con le quali (pare) abbia firmato accordi poco chiari e poco convenienti. 


I veri europeisti dovrebbero lottare per la sovranità europea anche dal punto di vista della produzione di farmaci. Dovrebbero lottare per la realizzazione di una casa farmaceutica pubblica europea. Ma essere europeisti oggi è un mero slogan per opporsi ai sedicenti sovranisti (alla Salvini per intenderci, quelli che per una poltrona hanno baciato la pantofola a Draghi).


Intanto Cuba, piaccia o non piaccia, sta dando una lezione al mondo intero. Si può pensare quel che si vuole su Cuba e sul suo sistema di governo ma, ad oggi, nonostante un vile embargo che va avanti da decenni, nonostante non riceva i finanziamenti che arrivano ad altri, nonostante sia un paese piccolo, sta producendo molti vaccini. 


A Cuba c'è una casa farmaceutica statale, si chiama BioCubaFarma e coordina il lavoro di 32 aziende pubbliche che operano nel campo della ricerca e della produzione biomedica. 


BioCubaFarma sta lavorando a 5 candidati vaccinali, ripeto 5: 


1. Soberana1 (fase di sperimentazione 2/3)

2. Soberana2 (fase 3, ovvero si sta effettuando l'ultimo step di sperimentazione umana con 44.000 cittadini di L'Havana)

3. Abdala (sta per iniziare la fase 3)

4. Mambisa (uno dei 4 candidati vaccinali al mondo intranasali, fase1-2)

5. Soberana1A (monodose per i convalescenti)


Cuba (a onor del vero anche Pfizer e Moderna) sta dimostrando che per i convalescenti, ovvero coloro che hanno già avuto il virus, è sufficiente una sola dose di vaccino. 


Queste sono informazioni utili per costruire un'opinione su europeismo vero ed anti-europeismo fasullo, su pubblico e privato, su indipendenza e sudditanza. Insomma, sulla nostra vita.